Sezione di Paleontologia

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Tutti i reperti esposti nel Museo provengono da Tropea o dalle sue immediate vicinanze.

  • Selaci
  • Echinidi – Sono esposti oltre 150 esemplari di echinidi. Un notevole numero di Clypeaster rappresentati da almeno 30 specie ed esemplari di altri echinidi irregolari della Famiglia Brissidae, della Famiglia Spatangidae e della Famiglia Astriclypeidae con 15 esemplari paratipi della nuova specie Amphiope caronei dedicata al Direttore scientifico Pino Carone.
  • Collezione malacologica – La collezione si divide in esemplari di conchiglie attuali e fossili del Tortoniano (7 milioni di anni fa) e del Calabriano (1,8 milioni di anni fa). presenti con le Classi Gastropoda, Bivalvia e Cephalopoda. Sono esposti anche esemplari di Brachiopodi e coralli.

  • Vertebrati marini – Sono presenti tre scheletri di sirenio fossile del Tortoniano appartenenti alla specie Metaxytherium serresii, si tratta di due adulti e di un cucciolo composito con sulle coste segni di aggressione da morsi di squalo. L’esemplare 22.S285-1.2 chiamato Joseph è lo scheletro più completo al mondo della sua specie ed è valso a contribuire a fornire elementi paleontologici a sostegno della tesi della Crisi Messiniana di Salinità del Mediterraneo nello studio del 2007 a firma di Carone G. & Domning P.D. dal titolo: Metaxytherium serresii (Mammalia: Sirenia): new pre-Pliocene record, and implications for Mediterranean paleoecology before and after the Messinian salinity crisis, pubblicato sul Bollettino della Società Paleontologica Italiana, 46(1): 55-92. ISSN 0375-7633 – doi: 10.13140/RG. 2.1.1202.1605 2015-08-06 T 10:49:32 UTC.

Nella sala anche uno scheletro di una Balaenoptera, anch’essa del Tortoniano, una Caretta caretta attuale e altre parti anatomiche di sirenii.

  • Vertebrati continentali – In associazione ai reperti marini, sono stati rinvenuti dei rari esemplari di mammiferi continentali databili al Tortoniano finale e tipici di un ambiente di tipo Pikermiano. La scoperta implica numerosi interrogativi circa la loro presenza poiché di origine nordafricana. Alcuni studiosi protendono a considerare un ponte continentale tra la Tunisia e l’Arco calabro peloritano. Altra ipotesi è la presenza di un passaggio dal Medio oriente che ha introdotto la fauna, nel Museo rappresentata da un molare di Stegotetrabelodon, un elefante la cui origine si fa risalire a circa 8 milioni di anni fa e probabilmente avvenuta in Africa Centrale, a dei frammenti di cranio di rinoceronte appartenente alla specie endemica ‘Ceratotherium’ advenientis e ad un astragali di giraffa dal collo corto della specie Bohlinia attica.